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Camillo Fait

Studio
Via Sangro, 7
20132 Milano
Tel & Fax: 02/26149541

Esposizione

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Cavalli nella brughiera (1989)
Olio su tela 240x140

Veloce, ricco di energia, immerso nella ricerca del particolare, Camillo Fait non rinuncia a rappresentare i suoi soggetti velandoli, appena un pò, di una certa malinconica fisionomia. I motivi le impressioni, gli atteggiamenti, segnalano una sensibilità che non si arresta alla superficie del quadro, ma ne ricava il succo di una più intensa e meditata rappresentazione. E' del tutto evidente: il pittore segue la sua mano nomade e la controlla con tutto il piacere che il virtuosismo in questi casi può offrire. Ma il suo "far presto" non si riduce al fatto della abilità. Cosí, le sue donnine accarezzate dai viola, dai gialli, dall'azzurro oltremare, variamente mescolati fino alla complicata e tenera modulazione del verde, si presentano come tante Ore danzanti, figure di uno spazio immaginario popolato di benevole Muse, indicanti la giusta via dell'equilibrio espressivo.

Si dice che un giorno Ercole si trovasse al famoso "bivio", se prendere la via della "virtù" o quella del "vizio". Sappiamo tutti che una volta o l'altra capiterà anche a noi dover compiere la scelta capitale. Credo che anche a Fait sia capitato. E mi figuro la sua risposta pronta, serena, immediata, e forse quasi irriflessa: a tipi come lui la via del "vizio" è quasi naturalmente preclusa, perché la sua felicità di vita ha il timbro della spontaneità e, starei per dire, di una fanciullesca innocenza allo scoccare di ogni occasione, anche la più "maledetta". Consiste in ciò il valore della sua motivazione espressiva, nel bisogno di raccontare in una favola di linee e colori, le avventure della sua sensibilità. Anche per questo la mano versatile si afferma con estrema franchezza e con la naturalità di un ritmo già prestabilito dalla reazione sentimentale suggerita direttamente dalle "cose viste". Ne deriva una pittura facile, perché congeniale trascrizione di un ritmo interiore, e di una conciliata armonia di "anima" e "forma". Penso che Fait non potrebbe mai fare a meno della "sua" pittura, perché essa rispecchia davvero un modo intimo di essere, e, conseguentemente, di sentire la vita. Da questa stilla di autentica emozione si compendia un valore poetico che, come tale, ci coinvolge e ci persuade.

Duccio Trombadori



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